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                                  Herbert Hamak, Magenta

                                    Venezia, Palazzo Fortuny, In-finitum, Fondazione Musei di Venezia

 

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«Non ho mai pensato a un intervento scultoreo e in realtà nemmeno pittorico. Il mio è prima di tutto un lavoro sul colore che poi diventa pittura ed eventualmente scultura»: così Herbert Hamak parla dei suoi lavori, blocchi di resine colorate, dove il cromatismo pare crescere su se stesso attraverso infiniti passaggi e strati. Il colore si sviluppa, si trasforma, muta, per giungere a un rapporto equo di densità e di trasparenza, in cui è determinante la relazione che si viene a creare tra l’opera e lo spazio.